Emissioni CO2 Edifici Pompe di Calore e Perdite di Calore

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La teoria di Olduvai

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Figura 4 - La teoria di Olduvai 1930-2030

La teoria della civilizzazione parte dalla filosofia greca verso il 500 a.C. per giungere a una quantità di rispettabili scienziati del XX secolo. Per esempio, l’applicazione di riferimento di due modelli di simulazione del mondo, negli anni ‘70, indicava l’aspettativa di vita della civiltà in un periodo compreso tra i 100 e i 200 anni. La Teoria di Olduvai viene specificamente definita come il rapporto tra l’energia prodotta a livello mondiale e la popolazione, sempre a livello mondiale. Essa afferma che l’aspettativa di vita della Civiltà Industriale è pari o inferiore a 100 anni: dal 1930 al 2030.

Delibera 28 Aprile 2011 AEEG

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nuova delibera della Autorità Energia Elettrica Gas sui tempi di connessione alla rete dei nuovi impianti fotovoltaici. Per scaricare la delibera ARG/elt 51/11

Testo Decreto IV Conto Energia

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Per scaricare il decreto sulle Fonti Rinnovabili emanato dal Ministero per lo Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell'Ambiente Premi qui

 

Partecipazione convegno Settimana Ecologica

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Sabato 07 Maggio 2011 ore 09:30 Il  Network Casaclima La Spezia organizza il convegno "Alla Riconquista del Sole" . Tale convegno, inquadrato nella manifestazione della Settimana Ecologica che coinvolge i Comuni di Santo Stefano di MagraAullaBolano,Calice al CornoviglioFolloPodenzanaVezzano Ligure si terrà al Centro Manifestazioni ed Eventi sito in Piazza Europa, Ceparana di Bolano. Per informazioni www.settimanaecologica.it.

 

Green economy: per le imprese europee obiettivi 2020 a rischio

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Se qualcuno riteneva che le difficoltà nel realizzare investimenti nel campo dell’industria verde, in particolare delle fonti energetiche rinnovabili, riguardassero solo le imprese italiane, si sbagliava. La BusinessEurope, l'associazione dei datori di lavoro europei, ha infatti spiegato ad Euractiv che le aziende dell'UE temono di non poter raggiungere gli obiettivi fissati dalla strategia Europa 2020 a causa dell’insufficiente supporto finanziario, dei vincoli burocratici e dell’incertezza politica.

Il 26 aprile scorso la Confederation of British Industry (CBI) ha pubblicato un rapporto sugli investimenti in infrastrutture a basse emissioni di carbonio, che denunciava la distanza del Regno dai suoi obiettivi per il 2020, riconducendola a fattori che vanno dal calo degli investimenti al rischio finanziario, dalla scarsa pianificazione ai ritardi nell’approvazione dei progetti di energia rinnovabile. Secondo Katja Hall, policy director della CBI, anche l'incertezza politica è un fattore frenante: "Abbiamo bisogno che il governo fissi una chiara direzione di marcia e vi si attenga", ha sottolineato.

Il giorno successivo il sindacato francese delle energie rinnovabili (SER) ha confermato le criticità finanziarie e amministrative che ostacolano lo sviluppo delle fonti rinnovabili, in particolare nel campo dell’eolico. 
Il capo del SER, Jean-Louis Bal, ha spiegato ad esempio che in Francia "i nuovi progetti eolici sono spesso in ritardo a causa delle procedure giudiziarie di ricorso che durano fino a tre anni". Un problema non da poco se consideriamo che il Paese deve passare dagli attuali 6 GW di capacità di energia eolica a 25 GW entro il 2020 per raggiungere l'obiettivo di soddisfare il 23% della domanda di elettricità da energia verde.

Un allarme condiviso da BusinessEurope che, attraverso il suo portavoce per il clima, Folker Franz, ha chiesto all’Europa di riconoscere la gravità del problema dei ritardi amministrativi e di sostenere i grandi progetti infrastrutturali transeuropei, sia finanziariamente che agevolando il dialogo tra gli attori nazionali. Prima che sia troppo tardi per recuperare il tempo perduto.

 

Fonte: Angela Lamboglia