Gli indicatori del Clima in Italia nel 2009

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ISPRA* ha recentemente pubblicato il quinto Rap­porto sul clima in Italia ("Gli indicatori del Clima in Italia nel 2009") che illustra l'andamento nel corso del 2009 dei principali indicato­ri climatici derivati dal Siste­ma nazionale per la raccolta, l'elaborazione e la diffusione dei dati Climatologici di In­teresse Ambientale (SCIA, www.sciasinanet.apat.it) . Nel documento, che si basa sui dati di 770 stazioni distri­buite sull'intero territorio na­zionale, sono descritti gli aspetti salienti del clima a sca­la globale e continentale e gli eventi meteo-climatici signi­ficativi in Italia nel 2009. Secondo il rapporto, il 2009, come i tre anni che lo hanno preceduto, è stato un anno sensibilmente più caldo della norma con una temperatura media di +1,19 °C rispetto al periodo di riferimento 1961­1990. Inoltre, come negli ulti­mi undici anni - ad eccezione del 2005 - l'incremento della temperatura media nel nostro Paese è stato superiore a quel­lo medio globale sulla terra­ferma (+0,76 °C).

 

Il rapporto comprende una sintesi (cap.1) e un capitolo introduttivo (cap. 2), in cui sono descritti gli aspetti sa­lienti del clima a scala globale e continentale e sono an­che riepilogati alcuni eventi significativi per il clima in Ita­lia nel 2009. A seguire vi sono alcuni capitoli dedicati cia­scuno a una variabile clima­tica e infine un'appendice nel­la quale sono illustrati i crite­ri adottati per determinare i valori degli indicatori e per realizzare le mappe ed i grafi­ci. Il documento è liberamen­te scaricabile dal sito dell'Isti­tuto (www.isprambiente.it). Clicca per scaricare il Rapporto 2009

 

`ISPRA: Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. L'ISPRA, è stato istituito con la Leg­ge 133/2008 di conversione, con modificazioni, del Decreto Legge 25

 

 


Quanto costano gli edifici

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Sempre più sostenibili, se non per amore del­l' ambiente almeno per amore del portafo­glio.La tendenza che si sta delineando sul mercato è chiara: il valore di un immo­bile sarà sempre più legato al­la sue caratteristiche energe­tiche. L'introduzione dell'ob­bligo di certificazione per le compravendite e, a partire dallo scorso luglio in Lombar­dia, anche per le locazioni è un passo avanti decisivo ver­so una maggiore trasparenza del mercato. Così come si compra un'auto valutando­ne a priori i consumi, lo stes­so si farà per un immobile.I conti sono presto fatti: un edificio in classe A richiede per il riscaldamento e per il condizionamento sei volte di meno e anche oltre rispetto a uno classificato al gradino più basso. Ma anche senza considerare gli estremi, tra uno show room da 180 metri quadrati in classe C e uno in classe E la differenza di spesa annua è di oltre 2.500 euro di metano e di quasi 900 di ener­gia per i condizionatori.
In prospettiva le politiche fiscali saranno sempre più pe­nalizzanti per chi possiede immobili voraci di energia, ma il mercato farà il resto: dal prossimo anno sarà obbli­gatorio negli annunci indica­re la classe energetica dell'im­mobile in offerta. Il discorso è particolarmente importan­te per gli investitori istituzio­nali: detenere immobili non sostenibili significherà avere inquilini che pagano meno e quindi vedere deprezzato il valore della proprietà. Que­sto è vero sia nei grandi com­plessi commerciali, dove spesso per i negozianti il co­sto delle spese di gestione del­l'edificio è pari a quello del­l'affitto, sia nei grandi building a uso terziario. Tant'è ve­ro che i fondi immobiliari e i fondi pensione di fatto non acquistano più immobili non residenziali di nuova costru­zione che non siano in classe A. Per i fondi la certificazione di legge al top è solo un prere­quisito; abituati a operare su standard internazionali, ri­chiedono sempre più spesso una certificazione su base vo
Iontaria effettuata con criteri molto più stringenti di quelli di legge e che attesti non solo la sobrietà dei consumi del­l'edificio ma anche, a 360 gra­di, la sua sostenibilità ambientale
Fonte: Corriere Economia 18/04/2011

 

 

FOTOVOLTAICO: LE IDEE ENEL

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DAL CORRIERE ECONOMIA DEL 18 04 2011

L'Enel accende il modello tedesco

Il gruppo di Conti invita il governo a copiare gli incentivi di Berlino: risparmi per due miliardi l'anno. Da qui al 2013 gli oneri di sistema sulla bolletta media in salita del 13 al 16,8%. L'alternativa di Terna

La fine di aprile si avvicina e ancora nulla di preciso filtra dal ministero dello Sviluppo economico sui nuovi incenti­vi alle fonti energetiche rinno­vabili e, in particolare, al foto­voltaico, destinato a fare la parte del leone. Si sa solo che Confindustria propone un tet­to agli aiuti pari a 6 miliardi di euro l'anno per 20 anni da raggiungere entro il 2016-17, e Assolare vorrebbe un miliar­do in più.

La capacità produttiva, co­sì installata, dipende da co­me varierà l'incentivo unita­rio: quanto più sarà basso tan­to più numerosi saranno i pannelli solari. Le previsioni oscillano tra i IO e i 15 mila Mw. In ogni caso, date le po­che ore (li funzionamento, da questa Fonte onerosa - 120-140 miliardi di aiuti a mo­neta corrente — verrà un contributo  comunque modesto ai consumi elettrici nazionali.

Gli effetti

 

In una recente audizione al senato, il dirigente Enel, Simone Mori, ha presentato due clamorosi grafici.
In uno da conto del peso crescente in bolletta dei cosid­detti oneri di sistema all'inter­no dei quali il fotovoltaico molto ha assorbito e ancor più assorbirà ove passasse la proposta confindustriale.
Nell'altro grafico, Mori con­fronta gli incentivi italiani per gli impianti a terra (dunque non per quelli sul tetto di ca­sa che nessuno contesta) con gli analoghi incentivi tede­schi, francesi e spagnoli con­cludendo che, facendo come in Germania, si risparmiereb­bero 2 miliardi all'anno rispet­to alla spesa prevista sulla so­la potenza installata nel 2011.
Ora I'Enel è un'impresa con­trollata dal ministero dell'Eco­nomia.
Se mente, va chiama­ta a risponderne.
Se dice il ve­ro, il governo dovrebbe trar­ne le conseguenze senza più ascoltare né Assosolare né Confindustria, che sull'ener­gia si sta confermando succu­be delle sue lobby interne: oggi di quella  “democratica” del fotovoltaico che coinvolge decine di associate e migliaia di soggetti esterni, come ieri lo era stata della lobby “oligarchica” dei grandi gruppi del Cip6.
Il cui costo, nella parte più scandalosa relativa alle fonti fossili assimilate alle rinnovabili, può essere stimato in una ventina di miliardi in 15-20 anni.

Questione di misura

 

Cifra enorme, che sarebbe stata anche più alta senza l'in­tervento dell'Autorità per l'Energia per tagliare la com­ponente del prezzo relativa ai costi evitati di combustibile.
Cifra enorme, ma pari a un se­sto o a un settimo di quanto bolle in pentola per il fotovol­taico.
Nessuno contesta il fotovoltaico in quanto tale. Anzi. E nemmeno l'idea che possa essere incentivato. Il problema è la misura dell'incentivo.
Se in Germania si investe con meno perché in Italia si deve fare con più? Perché in Italia il governo Berlusconi cambia le carte in tavola durante la partita, prima con il decreto dell'estate 2010, poi con il «salva Alcoa» (fatto con la complicità di parlamentari Pd) e infine con lo stop del mi­nistro Paolo Romani cui è se­guito un immobilismo che ri­schia di generare provvedi­menti ancora peggiori?
Una strada semplice ci sa­rebbe: si adottano incentivi di taglia europea che l'Autori­tà riduce mano a mano che calano i costi d'investimento (in Germania, dimezzati in due anni) e si raggiungono gli obiettivi produttivi del Piano (l'Italia ha promesso all'Unio­ne europea 8 mila Mw di foto­voltaico per essere in regola con Kyoto, eventualmente li si potrà rivedere un po').
Ma una simile soluzione avrebbe il torto di annullare la possibi­lità per il governo di elargire mance a pioggia e per la lob­by «democratica» di chieder­le. In compenso, sta fiorendo la leggenda metropolitana del fotovoltaico a favore dei consumatori quando in real­tà può colpire solo l'Enel. Co­sa, come vedremo, da fare in altro modo per aiutare davve­ro la gente.

L’alternativa

 

Come è noto, la Borsa elet­trica fa il prezzo per fascia ora­ria nelle quattro macrozone del Paese sulla base del prez­zo cui viene aggiudicata l'ulti­ma fornitura di energia elettri­ca necessaria a soddisfare la domanda. E' il meccanismo del prezzo marginale.
Ebbene, quasi sempre è l'E­nel che riesce a far entrare l'ultima fornitura attivando qualche vecchia centrale dai costi altissimi e così nelle ore di punta il prezzo industriale sale dai 65 euro medi al Mwh agli 80 delle ore piene.
In tal modo, l'Enel e le consorelle hanno colmato un po' il buco dei ricavi generato dalla reces sione dei consumi che aveva costretto a marciare regime ridotto le centrali a ciclo condizionato.
Ora, alcuni studi professionali, che collaborano con le associazioni dei produttori fotovoltaici, sostengono che quanto più si espande l’offerta di energia da fotovoltaico, che ha costi di produzione bassi (se si escludono gli ammortamenti e gli oneri finanziari) e priorità nel dispacciamento, tanto meno l’enel potrà giocare sul prezzo marginale.
In realtà, la domanda, anche quella marginale, è ormai prevedibile con una certa esattezza.
E’ l’offerta del fotovoltaico che è soggetta a forti variazioni in relazione alle condizioni climatiche. E' dun­que ancora la produzione tra­dizionale a fare il prezzo delle punte e il fotovoltaico si acco­moda a tavola.
Magari toglie­rà fette di torta all'Enel, ma non riducendo la torta che de­vono pagare i consumatori.
Per tagliare un po' le un­ghie all'Enel e far funzionare meglio eolico e fotovoltaico, che oggi spesso vengono fer­mati e pagati comunque, e al tempo stesso per venire in­contro al pubblico pagante, la strada è probabilmente un'altra:
lo pseudo-idroelet­trico dei pompaggi.
Che pos­sono essere estesi per 2-3 mi­la Mw, specialmente nel Mez­zogiorno, a cura di Terna o da altri soggetti che li azione­rebbero su tariffa dell'Autori­tà così da fare anche da cal­miere. Il ministro Romani ha in mano uno studio di fattibilità di Terna. Può deci­dere.

 

Fonte: MASSIMO MUCCHETTI

 

 

 

Nuovo Piano Casa Regione Piemonte

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trasmittanze-nuovo-piano-casa-piemonte Nuovo Piano Casa permette di ampliare del 20% il proprio immobile (villette uni-bifamiliari), potendo usufruire delle detrazioni del 55% contenuti in Finanziaria per sostituire e riqualificare le parti dell'edificio esistenti. Un mix di benefici in grado di ampliare il proprio spazio abitativo e di rivalutare economicamente il proprio edificio. Il Nuovo Piano Casa in Piemonte è entrato in vigore il 19 marzo 2011 e resterà valido fino al 31 dicembre 2012. Di lato evidenziati in giallo i nuovi valori di Trasmittanza Termica da rispettare per poter usufruire degli ampliamenti contenuti nel Nuovo Piano Casa della Regione Piemonte.

 

 

2010 anno record per la detrazione 55%

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Secondo stime prudenziali lo scorso anno le domande sono state almeno 300 mila, con un +25% rispetto al 2009. Grazie anche all'incertezza di fine anno sulla proroga del bonus, il 2010 probabilmente si rivelerà l'anno con il maggior numero dirichieste per la detrazione fiscale del 55% per lariqualificazione energetica degli edifici.

Secondo una prima stima prudenziale riportata dal Sole 24 Ore, lo scorso anno le domande inviate all'Enea sono state almeno 300 mila, ma il bilancio finale potrebbe risultare molto più alto. Secondo i dati dell'Enea, lo sconto fiscale – prorogato a tutto il 2011 con una ripartizione delle rate in 10 anni e non più in 5 come in precedenza – nel 2007 ha registrato 106mila domande, nel 2008 248mila, mentre nel 2009 le richieste sono state 238mila.

Se per il 2010 sarà confermata la stima di 300mila interventi detraibili, l'incremento sarà stato di almeno il 25%. Complessivamente, in quattro anni il 55% sfiora le 900mila domande.

Gli interventi più richiesti

L'intervento più richiesto (circa la metà del totale) risulta essere quello dellasostituzione delle finestre, in quanto non richiede particolari opere murarie ed è economico e semplice da effettuare. Segue la sostituzione di impianti termici e l'installazione di pannelli solari, mentre risultano essere ancora poco realizzati gli interventi più complessi come la riqualificazione energetica dell'intero immobile.

Provenienza territoriale

Circa il 20% delle richieste di detrazione proviene dalla Lombardia, seguono Veneto,Piemonte ed Emilia Romagna: in queste quattro regioni si concentra circa il 60% di tutti gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici effettuati in Italia. Nel Mezzogiorno, invece, gli interventi che danno diritto alla detrazione del 55% sono ancora piuttosto limitati.

I benefici

Oltre ai benefici per l'ambiente in termini di minori emissioni di anidride carbonica e per l'occupazione nel settore della green economy, la detrazione del 55% ha effetti positivi anche per le casse dello Stato. Infatti, il bonus consente l'emersione di lavori di riqualificazione che altrimenti verrebbero effettuati in nero; inoltre, favorisce la realizzazione di interventi che, senza lo sconto fiscale, non sarebbero effettuati o verrebbero rinviati a tempi migliori.

Oltre all'Iva ed alle imposte sui redditi d'impresa, i benefici per il fisco comprendono anche la ritenuta del 10% - introdotta a partire dal 1° luglio 2010 dall'art. 25 del Dl n. 78/2010 - applicata da banche e Poste sui bonifici per le spese relative agli interventi agevolabili con le detrazioni del 55% e del 36%.

Fonte: Casa&Clima

 

Settimana Ecologica 2011

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Il Comune di Santo Stefano di Magra insieme ai Comuni di Aulla (MS), Bolano, Calice al Cornoviglio, Follo, Podenzana (MS), Vezzano Ligure, sono promotori della "SETTIMANA ECOLOGICA" -  prima edizione 2011, iniziativa di sensibilizzazione allo sviluppo sostenibile che si svolgerà nella settimana dal 2 all' 8 maggio.
Tra le attività in calendario, siamo lieti di poterVi invitare al seminario "Sostenibilità dei parchi urbani comunali" che si svolgerà venerdì 6 maggio a partire dalle ore 9.30 presso la sala consigliare del Comune di Santo Stefano di Magra (P.zza Matteotti - S. Stefano di Magra - SP).
Il seminario propone i seguenti temi di approfondimento:
.     Progettare un parco comunale sostenibile, ricerca dei materiali e lay-out
.     Il parco comunale come veicolo per comunicare la cultura ecologica
.     Parchi comunali e aree verdi attrezzate - programmazione degli interventi e costi di gestione
.     Scelta delle specie per la valorizzazione delle aree verdi urbane
.     Manutenzione socialmente sostenibile dei parchi urbani
.     Parchi comunali ed ecologia - le scelte di riqualificazione dei Parchi comunali del Comune di Santo Stefano di Magra.
Si informa che il seminario è gratuito ed è riconosciuto dalla struttura di formazione Associazione Val di Magra Formazione che rilascerà ai partecipanti registrati il relativo attestato di frequenza.
Inoltre  per la durata del seminario le mamme ed i papà, se interessati, potranno usufruire gratuitamente del servizio di intrattenimento per i loro bambini offerto dalla struttura "Kinder Parking" ubicata presso il Centro commerciale La Fabbrica (Via Arzelà - 19037 Santo Stefano Magra). Per esigenze organizzative è richiesta la prenotazione del servizio al n. 346 2169058.
Sarà a breve accessibile il sito www.settimanaecologica.it dove, oltre al programma dettagliato del seminario, sarà possibile scaricare l'intero programma della manifestazione.

Settimana Ecologica 2011
Ufficio coordinamento
Comune di Santo Stefano di Magra(SP)
Servizio Ambiente
Ing. Sonia Parodi
tel. 0187 697174 fax 0187 699769
ambiente@comune.santostefanodimagra.sp.it
Telefono:0187697174